Adele e il cornuto

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Adele e il cornuto
Ormai i temporali pomeridiani ammantavano di noia buona parte della giornata. Per fortuna, ieri, un messaggio whatsapp mi ha destato dal torpore.
“Ciao! Sono Adele, tutto bene? Io sto andando al solito centro commerciale, ti andrebbe di farmi compagnia?”
La richiesta mi fece sobbalzare dal divano e senza pensarci due volte risposi e mi fiondai sotto la doccia.
Non potevo perdere l’occasione di succhiare nuovamente quella lingua e quelle mammelle enormi. Mi lavai con il cazzo già in tiro, pregustando tutta quell’abbondaza di carne morbida. Ci trovammo puntuali come orologi svizzeri e dopo esserci salutati con un casto bacio sulle labbra, cominciammo a passeggiare come se in testa non avessimo la voglia di godere insieme. Parlammo del più e del meno, dei problemi quotidiani con i quali si scontra tutta la gente comune, fino ad arrivare a confessioni più intime.
Mi disse che Giancarlo, il marito cornuto, era rimasto a casa, imbabolato davanti alla tv, noncurante delle voglie della moglie e che sarebbe toccato a me soddisfarla.
Capirete che mi sono sentito come un bambino che aveva il permesso di mangiare la nutella. Una cosa, però, mi lasciava perplesso. Per quanto lui amasse essere cornificato, un incontro a due mi dava l’impressione di clandestinità e avevo come l’impressione di tradire un patto non scritto con l’anziano becco.
Non esitai a comunicarle il mio sentire e lei non perse tempo a tranquillizzarmi. Il troione navigato aveva pensato e pianificato tutto. Fatto sta che dopo avermi fatto eccitare come una scimmia, mi portò dentro ai bagni dell’Ikea con la scusa di un bisogno impellente ma, anzichè entrare nel bagno delle donne, entrò in quello degli uomini. Mi trascinò dentro un cesso e calatasi la mutanda, mi mise una mano tra le cosce e si lasciò andare a un pisciata che pareva non finisse mai. “Adesso assapora il mio piscio” mi ordinò e io, con l’uccello che invocava pietà, eseguii in silenzio. Ero frastornato ed eccitato. Lei si tirò su il mutandone e uscimmo come se niente fosse successo.
Andammo in giro ancora un pò e io, con il sapore della sua pipì in bocca, non vedevo l’ora di svuotare le palle dentro lei. Calò la sera e quando fummo sul punto di salutarci, m’invitò ad accompagnarla alla sua auto, uno di questi suv coreani con i vetri completamente oscurati. Ci accomodammo sul sedile di dietro e lei, senza batter ciglio, mi sfilò la nerchia dura dai pantaloni e cominciò a succhiare come una dannata.
“Alla faccia di quel cornuto di mio marito!”, continuava a ripetere. Succhiava da gran troia mentre io le spingevo la testa e le pastrugnavo quelle mammelle degne di una vacca.
Nel bel mezzo del pompino, tirò fuori lo smartphone e inviò una videochiamata al marito.
“Giancarlo, guarda chi ho incontrato”, gli disse inqudrando il mio uccello.
“Ora sto godendo alla faccia tua, cornuto impotente e segaiolo”.
E così facendo, mi diede il telefono in mano, si che io potessi inquadrarla mentre s’ingozzava di cazzo.
Vedevo dall’altro capo del telefono il cervo che, mentre si menava il cazzo moscio ma vermente grosso, incitava l’anziana troiona a prenderlo tutto in gola. La situazione era eccitante, ogni tanto qualcuno passava accanto all’auto e noi protetti dai vetri scuri, stavamo godendo in diretta alla faccia del cornutone.
Passò ancora qualche minuto, qualche massaggio ai coglioni fatto ad arte e sborrai in bocca alla vecchia cicciona.
Mandò giù tutto, non ne fece uscire una goccia, chiuse la comunicazione con il becco e dopo avermi fatto assaporare il mio sperma dalla sua bocca, mi congedò appagata.
Questo fine settimana saremo impegnati ma da lunedì dovrò essere pronto a soddifare ancora le voglie di un’anziano troione e di un vecchio cornuto impotente.
Alla prossima!!!

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