Un pomeriggio al parco

Un pomeriggio al parco
Era al parco, non poteva fare una cosa del genere. Lo sapeva benissimo che le piaceva mettersi in mostra, ma così al parco era fuori discussione. Una cosa era uscire senza intimo indossando una gonna per recarsi a lavorare, un’altra era andare al parco e spogliarsi.
Annette l’aveva provocata dandole della codarda, dicendo che lei non sarebbe mai stata capace di spogliarsi e masturbarsi al parco, dove tutti avrebbero potuto vederla, era stata una pazza ma, spinta dall’orgoglio, aveva accettato la sfida. Lo sapevano tutti che era un’esibizionista, che le piaceva mettersi in mostra, ma da quello c’era decisamente tanto.
Aveva deciso che valeva la pena tentare, aveva scelto una zona frequentata prevalentemente da coppiette e studenti universitari, così da evitare una denuncia per atti osceni in luogo pubblico. Aveva preso un telo, tanto coraggio, il romanzo erotico che stava leggendo e si era sistemata al sole. Era stata fortunata solo pochi ragazzi avevano scelto la zona, fortunatamente nessuno che conoscesse e nessuna ragazza.
Alina era una bella ragazza, mora, occhi scuri, dal corpo flessuoso forgiato da tanto allenamento in palestra, l’unica cosa che stonava e, secondo lei, le diminuiva il fascino era il seno prosperoso. Alina portava una quarta abbondante il che, per una che pesava 50 kg, era decisamente enorme! Per l’occasione aveva indossato un bikini rosso, un perizoma in tinta e una mini di jeans, il tutto era completato da un paio di sandali rossi con la zeppa.
Dopo un po’ decise che era arrivato il momento di spogliarsi, si tolse la mini e si riaccomodò al sole, mettendo in mostra le natiche, sentì un lungo fischio di approvazione veniva dai ragazzi sistemati un po’ più distanti.
Eccitata dall’approvazione maschile, decise che era il momento di slacciare il pezzo di sopra del bikini e lasciare così libere le sue grosse tette. Iniziava già a esser eccitata.
Sentiva l’aria accarezzarla, i capezzoli erano tesi e le mutandine umide. Tra il romanzo, l’ammirazione dei ragazzi e la situazione si sentiva tutta un fuoco. Era stesa sul ventre in modo da nascondere, almeno in parte le sue forme. Forse era arrivato il momento di osare di più, si stese sulla schiena ora tutti potevano vedere le sue tette abbronzate, la curva del suo ventre e la linea delle sue cosce.
Aprì le gambe e infilò la mano dentro il perizoma, decise che ancora non era il momento di spogliarsi completamente ma iniziò lo stesso a toccarsi, accarezzarsi. Tutti potevano vedere quello che stava facendo era inequivocabile. Le labbra erano bagnate dagli umori e colavano verso l’ano. Usava l’indice e il medio per penetrarsi, era talmente bagnata che scorrevano senza difficoltà, non si accorgeva degli sguardi, dei fischi e di tutto quello che la circondava, era troppo presa dal proprio piacere, tanto che se si fosse avvicinato qualcuno, lo avrebbe scopato, senza chiedergli nulla. Sentiva il proprio piacere crescere e arrivare al limite, le piaceva che tutti potessero godere del suo corpo e di quello che stava facendo. I ragazzi intanto si erano avvicinati un po’, attirati come mosche da quello che stava facendo. Alina non se ne accorse nemmeno, presa com’era dal suo piacere.
Le dita uscivano ed entravano nel suo corpo senza difficoltà, presa dalla passione si leccò l’indice dell’altra mano, succhiandolo come se fosse un cazzo, era infuocata, dimentica di tutto quello che la circondava. Per lei era come esser nella sua camera, sul suo letto, non in mezzo al parco.
Alina venne urlando, tornando lucida si ricordò dove si trovava, leccò le dita umide del suo piacere e chiese al pubblico attorno a lei: “Piaciuto lo spettacolo?”, senza aspettare la risposta, si rivestì, prese le sue cose e uscì dal parco. Si disse che era stato proprio un bel pomeriggio, forse sarebbe il caso di ripeterlo e la prossima volta forse non sarebbe stato male farsi scopare.

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