Cléo – Il piatto principale

Cléo – Il piatto principale

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La candela scintilla, quasi si spegne, trattengono il respiro fino a quando lá luce si accende. Rodolfo illumina l’altro. La stanza si illumina abbastanza da rendere l’atmosfera più accogliente.

Il suono di un sassofono dà il ritmo, crea un’atmosfera ancora più stimolante e seducente.

Rodolfo gira e tira con maestria a quando non esce il tappo di sughero. Tenere e versare il vino nel bicchiere di cristallo. Annusatelo, dondolate e fatene un breve sorso per assaporare lá consistenza e l’aroma della bevanda.

– Ottimo.

Servire l’altro bicchiere e consegnare. Cléo ammira il colore del vino prima di iniziare a sorseggiare il gusto morbido della bevanda che il ragazzo ha servito.

– Che musica è?

– Si chiama Maputo, è uno strumento.

– Hummmmh. L’ho sentito, solo che non riesco a ricordare dove.

– Vecchia, má mi piace per momenti come questo. Sanborn è sempre speciale.

– Ahi, ahi. E pensi di averne bisogno?

– Non ti piace?

Cleo beve di nuovo, e ride ancora.

– A chi non piace?

Ridono entrambi.

Rodolfo indossa una camicetta a maniche lunghe, piegata e i pantaloni sono stretti, tutti in nero, il che lo rende ancora più attraente. Cleo ama gli uomini in nero, solo lá fibbia larga non le piace. Almeno lá musica è speciale e il vino, hummmhh, il vino è delizioso e lei ne beve ancora. Mentre il ragazzo porta i primi piatti, le zuppe, per lá cena, Cléo mette i bicchieri, le posate.

Se Rodolfo si veste in modo più formale, indossa una jersey rossa, che, anche se è giusto, non mostra lá pancia sproporzionata, ancor più nella mezza luce dove vanno a cena. Questo rende Cléo più a suo agio, sicura di sé e disposta a sperimentare ciò che accadrà.

Rodolfo torna portando due pentole calde.

– Crema di pomodoro, vero?

– Esattamente.

Lui serve e lei si siede davanti al tavolo rotondo e largo

– E qual è il tuo?

– Asparagi.

Entrambi prestano attenzione al gusto e all’odore delle minestre. Rodolfo riempie lá tazza di Cléo, quasi fino in cima.

– Huuuh! Basta, basta così. In questo modo mi ubriaco di nuovo.

– Bene, ti adoro più sciolto, disinibito.

– Pazzo, mi hai fatto perdere il controllo. Bevi anche.

Riempie lá sua tazza, fino in cima.

– Salute!

Cleo solleva lá tazza e si toccano in aria. Traboccano entrambi, si bagnano le mani. Rodolfo ride, Cleo si asciuga le dita. Vuole imprecare, má le risate dell’altro distolgono l’attenzione e anche lei ride. Se si sente una ragazza, con il suo primo fidanzato, se ne ricorda.

Rodolfo beve un po’, poi lo beve tutto in una volta. Cleo fa lo stesso, má soffoca e tossisce e quasi fa cadere lá tazza. Rodolfo ride del suo disagio.

– Beve lentamente, má beve, signorina. Sarà d’aiuto.

– Aiuto?!

– Vai, vai ad aiutare lá portata principale.

– Perché? Cosa c’entra il bere con lá cena?

– Bevi, fai come ti dico. Seguite il mio consiglio.

Le riempie lá ciotola. Cléo è sempre stato molto debole con le bevande, non ha nemmeno bisogno di così tanto per avere un po’ di vertigini, zonza, è bello essere così. Solo dopo quello che è successo prima non è sicura che sia bello bere così, ancora di più con lui.

Cléo inizia a ridere, a ridere per niente. Più trattenuto, Rodolfo si mette anche in vena, cogliendo l’occasione per smussare le gambe della signora matura, sempre più fuori controllo. È allora che le bocche si incontrano, si scambiano un breve bacio sfacciato, Rodolfo infila lá sua lingua pazza in mezzo alla bocca di lei, le lingue si arricciano formando un arco. La mano dell’uomo tiene il ginocchio della signora e sale lentamente fino a trovare le mutandine di pizzo.

– No, no, signore. Non essere sfacciato, non mettere lá mano dove non dovrebbe.

– Sei molto sexy.

– Abbiate un po’ di buone maniere, non è questo il modo di parlare a una signora rispettabile. Smettila!

– È solo una coccola, una delizia, non ti piace?

– No, e’ solo che… Non ci sono abituato. Quindi… Non lo so, è solo che… Divento timido.

– Provaci, l’hai pagata cara, vero?

– Ti ho pagato per farmi un massaggio, non per toccarmi così. Quello che abbiamo fatto prima.

– Ma era un massaggio… Un tipo di massaggio speciale.

– Lo so, mi hai fatto fare cose che non pensavo nemmeno più di fare.

– E non è stato bello?

Cléo si vergogna.

– Immaginate se i miei figli e i nipoti lo scoprissero.

– Solo se lo dici tu.

– Non io! Cosa, solo se impazzisco?

Cleo allontana lá sedia dal tavolo, il che facilita i gesti dell’altro, Rodolfo mette lá mano, con grandi dita, tra le pieghe della jersey fino a trovare il petto piccolo. Non si muove, segue solo l’affetto che lui le trasmette.

Rodolfo trova il becco: tiene, stringe, allunga. Cresce, indurisce il becco.

– Che ?

– Non ti fermi mai, vero? Sei troppo abusato, chi dice che puoi. Prima ceniamo… Poi lo facciamo.

Si scambiano uno sguardo brillante, Cleo sempre più innamorato.

– Perché dopo? Mi lasci così.

– Esatto, má ho fame.

– Anch’io, molto affamato.

Rodolfo si avvolge il seno con lá mano ferma e lá sua você diventa rauca, sensuale.

– Cosa c’è per cena? Qual è lá portata principale?

– Tu, il piatto sei tu.

– Basta, basta!

Cléo inizia a tremare, lá sua você diventa sempre più forte.

– Fermo, no! Ceniamo insieme, poi… Poi ti lascio giocare.

– Ora, ho fame ora.

– Ma… Ora, qui! Rô, smettila di fare il bambino!

– Perché no?

L’uomo si sbottona, apre lá jersey rossa. La mano sprofonda tra le cosce della donna matura fino a quando non trova le labbra dietro le mutandine di pizzo.

– Mio Dio, Rodolfo… Rô, datti una calmata!

Mendica con você sorniona e piangente, non fa altro che aumentare i desideri del ragazzo. Gli occhi si incrociano poco prima che dia un bacio pazzesco e bagnato. La lingua gli entra in bocca, come un pene arrapato. Va in profondità, molto in profondità, le lecca il tetto della bocca fino quasi a raggiungerle lá gola.

Cléo accetta, luci, apre lá bocca – si arrende. Rodolfo abusa della sua lingua indecente. Succhia, succhia lá lingua dalla femmina, matura. Cléo geme, ulula. Le bocche si bagnano lá faccia. Rudolfo infila le sue lunghe dita nelle sue mutandine di pizzo. Senti i capelli, lá carne piegata della sua bocca lacerata, lá sua intimità.

Cléo si adatta alla sedia. Si morde il labbro seguendo i gesti osceni del ragazzo. Suo respiro si fa corto, Cléo sente un delizioso ardore che anticipa quello che verrà, quello che farà.

Rodolfo si inginocchia davanti a lei, tira delicatamente le sue mutandine di pizzo fino a quando non si blocca su uno dei piedi di Cléo. Poi ammira il centro peloso e nervoso della signora seduta davanti a lui. Cade con lá bocca sul suo piccolo seno, morde, le succhia il becco duro e scuro. Nello stesso momento in cui apre le gambe, lá espone tutta.

– Pazzo, sei troppo pazzo, ragazzo.

– Fallo per me, fammi vedere.

– Oh, no, non quello! Ecco… Ora!

– Avanti ragazza, lascia che venga. Mi piace vedervi in un orgasmo.

Rodolfo liscia le labbra, liscia i capelli, espone il bottone interno. Esperto, l’uomo massaggia con abilità, con affetto. Cléo torce gli occhi… Lá testa si piega… Lá sensazione si espande.

– Mio Dio! Aiiiii… Così, continua… Cosiiii…

Rodolfo infila due lunghe dita nella vagina calda e bagnata. Cléo sta in punta di piedi, anche è ancora seduto. Tesa, fermo…

– Aaaaaaaannnhhhh!!!! Uuunnnnhhhhh!!!

– Bella figa, adoro lá figa larga.

– No! No!!!! Non parlare così!

– Sì… Sìiiiii!!!!

– Ooohhhh!!! Oh, mio… Madre di Dioooo!!! Rodoooolfooo.

Il ragazzo infila quattro lunghe dita nella sua figa calda e bagnata. Il suo pollice massaggia il clitoride. Il calore sale, Cléo rabbrividisce, trema…

– Rô… Rodol… Fo. Io…. Aaaiii…

La você esce sussurrando, terrorizzata, innamorata…

– Baciami.

Obbedisce, e le sue lingue si rannicchiano in bocca. Senza rendersene conto, Cleo percepisce un volume, una pressione proprio in mezzo alle gambe… In mezzo alla vagina. Il calore sale, lá stanza sembra un forno.

– Che cos’è?

– Sono io.

– Mio Dio! La tua mano?! Haahhhhh…

La mano maschile e le lunghe dita vanno sempre più in profondità in quella grotta aperta, lá figa. Cléo si piega contro lo schienale della sedia, alza le ginocchia e tiene le gambe con le mani appiattite.

Rodolfo amplifica i movimenti sempre più frenetici. Gira, storce il pugno e ogni gesto Cléo miagola, grida, urla… Tra lo spaventato e l’incantato, in un misto di imbarazzo e allo stesso tempo di adorazione per sentirsi una puttana, sì una puttana di quel ragazzo sfacciato. Il suo sguardo scintillante, urla e lá sua figa si bagna e sbatte le vibra. La fica, tua fica morde lá mano dell’uomo, tutta, intera.

– Rodolfo! Tu furfante… Io… Depravato, CACHORROOOO!!

Un getto forte, incontrollato, che schizza dal suo centro. Insieme alle urla, quasi a****li. Cléo piega di più il corpo, lá schiena. Assaporando il suo orgasmo al massimo.

– Cosi ragazza, bellissima. Fai così, più così.

Rodolfo si piega, tende lá lingua, lá sua bocca bacia le labbra luminose della sua intimità. Frenetico, succhia per tutta lá lunghezza della sua vagina bagnata e screpolata.

– Ragazzo! Basta ragazzo…

Cléo tira lá testafinché non trova lá bocca con l’odore, il sapore della sua figa. Il bacio è intenso, sublime. Tocca a lei infilare lá sua lingua pazza, leccare senza inibizioni, succhiare tutto nella sua bocca, Cléo morde lá lingua dell’uomo… Succhia immaginando il suo cazzo. Finché non si allontanano lentamente.

– Se continuo così, non sóse riuscirò ad arrivare a domani.

– È stato bello vederti in un orgasmo. È tutto quello che volevo per lá cena.

– E tu?

– Cosa ne pensi?

– Sei venuto, hai avuto un?

Lui scuote lá testa, lei ride come una ragazza curiosa.

– Fammi vedere.

Si alza, si sbottona i pantaloni e Cléo fa scendere lá cerniera. Un arto semiflaccido appare lucido, con una lunga goccia bianca attaccata alla testa del gambo. Cleo lascia cadere rapidamente e con ansia lá goccia in bocca, mostra bella lá crema sulla lingua e lá inghiotte assaporando il gusto di uomo… Sempre più dolce.

Lei pazza ingoia il giovane cazzo, lo succhia con gusto, apre lá bocca al massimo, lo beve tutto. Cléo si sente sempre più una professionista del settore, succhia con desiderio, con maestria… Il gusto della crema si mescola alla sua saliva, l’impasto scende gradualmente giù per lá gola, Cléo lo assaggia, senza disgusto.

Succhia tutto, l’odore di sperma penetra nel naso…

Cleo ride soddisfatto.

– Meglio del dolce, signorina?

– No caro, no! Ho fame Rô, molta fame.

Lo sguardo brilla, Cleo fa il viso di una ragazza immorale.

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