Le mie storie (71) seconda parte

Le mie storie (71) seconda parte
… Nei giorni successivi a quell’incontro, io e Carmine ci siamo mandati tantissimi messaggi che spaziavano dal romantico all’erotico fino all’umoristico. Io pensavo sempre alla mia amica e all’opportunità di dirle quello che era accaduto; poi un pomeriggio mi sento bussare al citofono e neanche il tempo di alzarlo che mi sento dare della “Troia”. Era Simona che era venuta a sapere della serata con il suo ragazzo (ormai ex) proprio da lui che, su richiesta sua era andato a casa a parlarle. I toni si sono fatti sempre più alti (questo naturalmente l’ho saputo dopo) fin quando lui, dopo aver perso la pazienza, le ha detto che era stato con me ed era stato anche molto bene.
Il campanello di casa mia ha cominciato a suonare all’impazzata, devo dire che, nonostante in passato abbia avuto storie con persone “impegnate” (spesso a mia insaputa), era la prima volta che mi si prospettava uno scontro faccia a faccia con “l’altra”. Simona è entrata furiosa, ho fatto appena in tempo a chiudere la porta d’ingresso che mi ha rifilato una serie di epiteti che “zoccola” era uno dei più dolci (per così dire). Io cercavo di spiegarle che Carmine mi aveva detto che fra loro era finita, e anche lei lo aveva tradito. Ma la mia amica da quell’orecchio non ci sentiva proprio. Così m’ha lasciata con la minaccia (che per me minaccia non era) di raccontare tutti che eravamo stati a letto in tre durante la nottata di Halloween.
Da quella scenata diciamo che il gruppetto di amiche e un po’ diviso; alcune dicono di stare dalla mia parte altre dalla sua.
In tutto questo, se vi scrivo, è come al solito per raccontarvi qualcosa di “proibito” che mi è successo. Ed in effetti qualche giorno dopo tutto il casino, ho deciso di vedermi di nuovo con Carmine, per chiarire le cose come stavano… E non solo.
Mentre lo aspettavo verso ora di cena, mi venivano in mente i racconti di Simona e le leggende che aleggiavano intorno a lui ed alla sua capacità di passare anche un’intera notte a fare sesso. La cosa un po’ mi eccitava ed incuriosiva, un po’, a dirla proprio tutta, mi terrorizzava anche.
Quando è arrivato (finalmente), io ero vestita da palestra cioè , leggings blu scuro con sotto il tanga (uno dei due che posseggo, che utilizzo rigorosamente solo per la ginnastica visto che dietro il mio sederone il filo scompare letteralmente) ,felpona di Paperina (un paio di taglie più grandi per stare comoda) senza reggiseno sotto (volutamente) infine calzettoni di lana a riscaldarmi i piedi. La tavola era apparecchiata, mi ero prodigata per fargli qualcosa che gli piacesse e così è stato. Le mie polpette al sugo ancora una volta hanno fatto centro, e dopo aver preso un po’ di gelato, ci siamo seduti sul divano per vedere la televisione o almeno questi erano i programmi iniziali. Per la prima volta dopo mesi, ero comoda e rilassata, ma soprattutto avevo un bel ragazzo accanto a me che oltretutto mi cingeva il collo con il suo braccio.
Rapiti entrambi da una puntata che non avevamo visto di “the walking dead”, per mezz’ora non ci siamo praticamente parlati se non per commentare ciò che succedeva. Quando lo schermo si è oscurato per la fine dell’episodio, ho cambiato canale e quasi contemporaneamente, la sua mano che mi faceva le coccole fino al qualche minuto prima, sfiorandomi il collo e le guance, si è insinuata malandrina attraverso il collo largo della felpa, per terminare il suo tragitto sul mio seno destro. Mentre lui ha cominciato a giocare alternativamente con la mia “latteria”, magnificandone le dimensioni (anche se a questo sono abituata da una vita), io, sempre facendo finta di nulla, ho spostato la mia mano sinistra sul suo pantalone, e dopo averglielo aperto, gli ho tirato fuori l’uccello ed ho cominciato ad segarlo. In quel momento ci siamo girati quasi contemporaneamente e dopo aver sorriso entrambi, ci siamo baciati. Dopo qualche secondo la mia felpa giaceva per terra, ed il suo pantalone era abbassato ai polpacci. Mi sono chinata su di lui che continuava a tenermi per una tetta, ed ho iniziato a fargli un bocchino, cercando ogni volta di andare sempre più giù. Poi la sua mano si è spostata sul mio fondoschiena e dopo avermelo controllato per bene, ha abbassato il legginis fino all’attaccatura delle natiche e mi ha fatto mettere a pecorina sul divano. Il tempo di spostare il filo del tanga di lato, che era dentro di me. Io sono venuta quasi subito, lui ha continuato a penetrarmi fin quando non mi è esploso sulla schiena. Ero completamente coperta di sperma, tanto che, lui è andato a prendere della carta per pulirmi mentre io ero ancora a quattro zampe. Dopo aver aggiustato il divano, ce ne siamo andati in camera da letto, ed è cominciata una delle nottate più lunghe, più eccitanti e più faticose della mia vita. Io mi sono messa sotto le coperte completamente nuda, lui invece aveva indosso ancora una maglietta; il tempo di trovare la comodità sopra al cuscino che Carmine mi era venuto sopra ed aveva cominciato a baciarmi le tettone. Sentivo il suo uccello ancora moscio, strusciarsi contro il mio basso ventre fino a quando, La sua lingua dai capezzoli è cominciata a scendere prima sull’ombelico, poi sui peli ed infine all’ingresso della mia fica. Ero già bagnata, mentre lui muoveva la sua bocca dentro di me con l’esperienza di quarantenne e l’esuberanza di un ventenne; dopo qualche minuto non facevo altro che urlare che stavo venendo, e lui era con la lingua li ad aspettare il mio orgasmo; mentre io cercavo di riprendere il respiro, con la bocca bagnata di me l’ho visto riemergere dalla trapunta fin sopra al mio viso per baciarmi e condividere i miei umori. Eravamo uno sull’altro ed io con le cosce larghe lo stavo prendendo di nuovo dentro; lui spingeva, io che ero venuta da poco, lo sentivo entrare con la facilità di quando avevo vent’anni, forse perché particolarmente liscio e non grosso. La sua irruenza mi dava un attimo di tregua, quando, dopo avermi abbracciata per l’ennesima volta, ed essersi appoggiato su di me a pelle di leone, si alzava e si toglieva il preservativo completamente pieno. Alla vista di tutto quel succo non ho potuto farò ciò che dirgli “ma quanto ne cacci?” E lui, compiacendosi mi ha risposto che, ne aveva ancora parecchio da tirar fuori. Dopo esser tornato dal bagno, tanto per cambiare, come tutti gli uomini che sono finiti nel mio letto, si è acceso il televisore per dare un’occhiata al calcio (sport al quale mi sono appassionata grazie soprattutto a mio fratello). Eravamo lì, chiacchierando di quello che era successo con Simona a casa mia, che ancora mi faceva uno strano effetto (di disagio). Lui, in maniera molto romantica e signorile non faceva altro che rassicurarmi e dirmi di non pensarci più, che stavamo aprendo un nuovo capitolo, mentre parlava, sotto le coperte ho visto che cominciava a toccarlo con la mano. Gli ho chiesto cosa stesse facendo, mi ha risposto che aveva una voglia insaziabile della sottoscritta; io gli ho ricordato che la mia patata non era proprio giovanissima, di andarci un po’ piano piano, lui senza dire niente, mi ha preso la mano da sotto la trapunta e la appoggiata lì dove stava la sua. Naturalmente ho continuato io “il lavoro” fin quando, una volta in erezione, mi sono allungata verso il comodino ed ho tirato fuori il metro da sarta, per misurarglielo. 26 cm per 3,2 cm di circonferenza. Felice come una Pasqua, mi ha chiesto se fosse il più lungo con il quale avessi avuto a che fare. L’ho guardato e gli ho confessato che quando ero giovane, ventenne, ebbi a frequentare (nelle mie prime storie ho raccontato più volte) un ragazzino che lo aveva di 28 cm. Colto nell’orgoglio (come tutti i maschi purtroppo), si è sollevato sul letto in ginocchio, e me lo ha accostato alla bocca . Ho accettato l’invito ed ho ricominciato a succhiarglielo con lui che cercava di spingerlo sempre più in fondo. Dopo un po’ mi sono girata di fianco e lui da dietro lo ha infilato tutto dentro. Mi scopava chiedendomi se quel ragazzino era bravo come lui, io godevo e dicevo di no (in quel momento lo pensavo). Mi ha chiavata per almeno una ventina di minuti rivoltandomi come una cotoletta a destra e a sinistra, poi mi è venuto sui seni ed in bocca e, mentre godeva, minaccioso diceva che me ne avrebbe dato ancora. Io in pieno orgasmo gli ho risposto che avrei scopato tutta la notte senza problemi. Così è stato! Dopo la terza volta, ero piuttosto stanchina anche se non volevo farglielo capire; sono andata in bagno mi sono data una bella sciacquata e dopo aver indossato una canottiera gli ho detto che mi sarei riposata un pochino, mentre lui era intento a smanettare con il cellulare nonostante fosse piena notte. I miei occhi si erano chiusi non so da quanto tempo, quando lentamente ho sentito infilarsi la sua mano sotto la canotta. All’inizio credevo fosse un sogno, poi le sue carezze dietro la schiena si sono spostate pian piano davanti, sopra al seno, e quando ha cominciato a stuzzicarmi il capezzolo, ho capito che di lì a poco avrei sentito altro. Infatti, le sue labbra hanno cominciato a succhiarmi il lobo dell’orecchio, mentre il suo braccio, dal corpo ha cominciato una lenta ed eccitante discesa, prima lungo la pancia, poi un attimo sui peli ed infine sulla mia chiappa destra dove, dopo aver tastato per bene, si è fatto per così dire strada, allargandola un po’, per infilarci a modi panino con il wurstel, il suo salsicciotto ancora dormiente. Io non ero ancora completamente cosciente; mentre da una parte la sua mano delicata ed il suo uccello leggero mi portavano una sensazione di totale rilassatezza sfiorandomi la pelle, dall’altra piano piano cominciavo a realizzare i suoi movimenti. Mano a mano che saliva e scendeva in mezzo alle mie natiche, il suo membro si induriva sempre di più; poi dopo un’ultima “passata”, si è fermato, ho sentito la sua mano prendermi sotto la coscia, alzarmela un po’ ed un istante dopo la sua cappella era di nuovo alle porte della mia patata. Senza neanche chiedere “permesso”, è entrato dentro duro e turgido ed in quel momento un brivido mi ha fatto risvegliare. Neanche un minuto ed ero nuovamente ansimante coperta dall’abbraccio di Carmine e dalla vigoria del suo cazzo per l’ennesima volta all’opera. Dentro e fuori, dentro e fuori, dentro e fuori lui spingeva, io godevo come un adolescente alle prime armi, fino a quando l’orgasmo non ha tradito ancora una volta il mio respiro affannoso e lui compiaciuto come non mai mi ha sussurrato all’orecchio un “brava, girati” che preludeva all’ennesimo trionfo di sperma, questa volta in bocca. Io non so, cosa mi abbia fatto quella sera Carmine, se un incantesimo, o magari un ipnotismo, ma in quel momento mi sentivo sicura e consapevole nelle braccia di un uomo che non era un giovane magari più aitante ma immaturo ne uno di quei “Signori” che mi corteggiano grazie al loro potere. Mi sentivo donna, mi sentivo Troia, mi sentivo compagna, mi sentivo complice anche con il suo seme tra le labbra come non mi succedeva da una vita; avevo quasi paura a pensarlo, ma il ricordo andava diritto alla seconda delle mie storie “importanti”, durata ben cinque anni. Mandata giù con piacere, tutta la sua “felicità”, in segno di sfida gli ho detto “adesso sei soddisfatto? Possiamo dormire?” Lui mi ha guardata con aria sbarazzina e mentre scuoteva il capo diceva “io sono ancora pieno di eccitazione, ma se tu non non ce la fai più, tranquilla, mi può bastare” effettivamente ero stremata, la fica mi bruciava anche un pochino, ma non so perché, il pensiero in quel momento è andato a Simona, quando una sera si presentò a casa di un’amica e davanti a tutte quelle del gruppo fece con le mani il numero sette per indicare le volte con le quali si era distinto il suo ragazzo “di allora”. Non so come mi è uscito, ma gli ho risposto ridendo “dammi il tempo di riprendere un po’ di forza e vedrai come ti combino”. Mentre pronunciavo quella frase, ero terrorizzata dalla situazione nella quale mi stavo mettendo, ma allo stesso tempo mi piaceva tanto quella sfida che mi ricordava le nottate passate quando avevo vent’anni e gli orgasmi che arrivavano uno dopo l’altro a tempo di record. Lui invece era il ritratto della tranquillità, come a voler mostrare di essere abituato a certe situazioni. Effettivamente, dopo aver fatto un po’ di zapping televisivo si è fermato su un canale che mandava in onda immagini di ragazze nude, credo, fosse un reality, mentre la sottoscritta si massaggiava l’esterno della patata con la nivea. Dopo essermi incuriosita da ciò che stava vedendo, mi sono resa conto che la protagonista era una cosiddetta “cougar” intenta a divertirsi a ragazzi molto più giovane di lei. Le immagini mostravano lei con un giovanotto in un parco dove improvvisamente si lasciavano andare ad un rapporto orale, interrotto dall’arrivo di una passante che mette in imbarazzo il giovane e non la donna. Mentre con la mano Carmine aveva ricominciato ad accarezzarmi la coscia, mi chiedeva se io farei o avessi fatto qualcosa del genere. Ed in effetti io di “stranezze” credo di averne fatte abbastanza in passato, soprattutto durante il periodo universitario; ma non so perché, alla sua domanda, gli ho voluto tenere nascosto questa parte di me (almeno per il momento). La mia risposta è stata quindi negativa anche se gli ho detto un “mai dire mai” che lasciava aperto lo spiraglio che in realtà era una porta spalancata. Intanto le sue dita erano arrivate inesorabilmente sulla mia micia, e lui, quasi aspettasse la mia approvazione, le teneva volutamente fuori, limitandosi a giocare con i peli e l’esterno della mia amica. Mi sono girata verso di lui, ho appoggiato la mia mano sulla sua, sotto la coperta, gli ho preso il dito medio e me lo sono infilato dentro, mentre lui lasciava fare. Eravamo di nuovo corpo contro corpo, lui dentro di me, io con in mano il suo uccello ancora moscio. Le nostre bocche erano nuovamente incollate, e le lingue giocavano a rincorrersi mentre i respiri cominciavano a tradire l’eccitamento di entrambi. I miei movimenti avevano fatto di nuovo il loro lavoro, il suo membro era tornato duro, turgido e soprattutto lungo, pronto a farmi godere per l’ennesima volta. Le sue dita avevano provveduto a farmi bagnare ancora, il tempo di tirarle fuori per sollevarmi la coscia ed al loro posto c’era la sua cappella pronta ad andare ancora più in fondo. Non eravamo molto comodi, così l’ho fatto mettere di schiena e sono salita sopra di lui. Mentre facevo su e giù, lui cercava di alzarmi la canotta per prendermi le tettone, visto che non ci riusciva, me la sono tolta da me lasciandole libere di ballare; vedevo il suo volto eccitato e questo mi faceva muovere ancor più velocemente in quando non gli ha tolto il membro da dentro e lo visto esplodere ancora una volta come un vulcano. Ero letteralmente esausta, kappaò, con le gambe a pezzi neanche avessi corso una maratona; il tempo di pulirmi il bacino e dintorni che ero già sul fianco con gli occhi praticamente chiusi.
Mi sono risvegliata come da una sorta di c***, talmente la stanchezza, e nella stanza c’era quel filo di luce che mi permetteva di vedere oltre l’orario (circa le otto del mattino) anche la strada per il bagno. Dopo aver guardato al mio fianco ed aver visto Carmine dormire placidamente, sono scivolata via silenziosa come non mai, e dopo aver fatto una visita veloce al bagno, ho indossato la vestaglia e sono andata in cucina a farmi un caffè. Mentre lo sorseggiavo con il piacere di quella che aveva passato una notte da ricordare e con gli occhi chiusi ritornava ai momenti più piacevoli, mi compiacevo della mia tenuta fisica-atletica e credevo di poter cominciare finalmente una nuova giornata. Sono tornata in camera con l’idea di vestirmi per andare a comprare i cornetti, nella penombra ho cercato di prendere dall’armadio un paio di mutandine, la tuta ed un pullover, poi con questi panni in mano mi sono seduta sul letto e ho cercato indossare correttamente il tutto quasi al buio. Dopo aver messo canotta e felpa mi sono alzata per indossare gli slip ma in quel momento ho sentito una mano sul culo ed una voce che dall’oltretomba mi diceva “buongiorno”. Gli ho detto che stavo per scendere a comprargli la colazione, ma lui mi ha letteralmente risucchiata tra le lenzuola e dopo aver vinto le mie… Deboli… resistenze era dietro di me a strusciare il suo uccello contro la mia schiena cercando di togliermi la felpa per svestirmi di nuovo. Dopo aver cercato vanamente di divincolarmi chiedendo anche aiuto a tutta la volta celeste, mi sono lasciata andare alla sua mano che intanto mi aveva prima abbracciata e poi era finita fra le cosce. Le sue dita in pochi secondi mi stavano facendo nuovamente bagnare, poi hanno lasciato spazio, da dietro, al suo uccello che duro come lo avevo ricordato durante il caffè preso qualche minuto prima, era dentro la mia patata. Mentre i suoi movimenti piano piano prendevano sempre più vigore, lui dopo essere riemerso dal piumone, mi ha fatto mettere a pecorina ed ha ripreso a montarmi. La canottiera era finita sul collo, le tettone ballavano in basso in barba alla forza di gravità, lui in ginocchio, con le mani sui fianchi, entrava ed usciva ansimando al ritmo dei suoi movimenti, ed io stavo avendo un nuovo orgasmo, completato dall’ennesima doccia di sperma che intanto mi aveva fatto sul culo e sulla schiena. Dopo essersi appoggiato nuovamente sul cuscino ed avermi dato un’amichevole (l’ennesima) pacca sul sedere, mi ha detto ridendo “adesso se ti va puoi andare a prendere i cornetti, altrimenti ci vado io volentieri”.
Da allora stiamo praticamente insieme.

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