Francesca la mia ragazza nonchè principale

Francesca la mia ragazza nonchè principale
Nei miei racconti non ho parlato mai di Francesca che è la mia ragazza nonché la migliore tra le mie schiave, oltre ad essere una donna di grande intelligenza, sensibilitá e cultura.
Francesca è una schiava 24/7 ossia la sua sottomissione nei miei confronti non è limitata a delle sessioni BDSM, ma è una schiava ventiquattro ore su ventiquattro e sette giorni su sette, la cosa è resa più facile dal fatto che è una libera professionista che non è alle dipendenze di nessuno.
In questo periodo la sto sottoponendo a una prova decisamente più sfibrante da un punto di visto psicologicico che da quello fisico: la castitá forzata cioè per un periodo di tempo determinato in questo caso quindici giorni non potrá scopare, masturbarsi nè darsi piacere in alcun modo.
A differenza di quello che avviene di solito con Francescadurante il periodo di castitá forzata viene meno l’obbligo di indossare minigonne molto corte e niente mutandine e subentra quello di slippini bianchi e vestito e reggiseno bianchi, infatti quando è sottoposta a castitá forzata da diversi giorni le basta pochissimo per bagnarsi o perchè le vengano i capezzoli dritti e ritengo giusto che tutti o almeno tanti vedano quanto è troia.
Marika invece è una delle tante troiette che ambiscono a diventare delle schiave e che mi contattano attraverso attraverso il mio sito, ma che devono ancora imparare molto e che non sono ancora all’altezza di Francesca che tra l’altro nei confronti delle donne è dom(ma questo sará un tema che riprenderò più avanti)
Per mettere ancora più a dura prova la capacitá di resistenza di Francesca, decido di farle assistere a una sessione con Marika sapendo che questo l’avrebbe eccitata tantissimo dati gli atteggiamenti ancora goffi di una schiava alle prime armi.
Francesca dopo essersi spogliata resta solo con il suo reggiseno bianco e con le sue mutandine bianche e viene legata a una sedia.
Io mi siedo su una poltrona e a Marika ordino subito di pulirmi le scarpe impolverate con la sua lingua. Era la prima volta che lo faceva e la polvere che ingurgitava dalle scarpe la fece tossire e io le chiesi subito se aveva avuto la mia autorizzazione per poterlo fare, lei chinando la testa fece segno di no.
A quel punto le dissi che avrebbe dovuto essere punita per questo affronto e la legai per punirla sul sederino. A quel punto Francesca giá si stava eccitando, infatti i capezzoli erano talmente irti che sembrava volessero fuoriuscire dal reggiseno. Cominciai a frustare Marika sul sederino con un frustino da equitazione e lei trattenne anche il grido di dolore che le sarebbe venuto da fare se avesse seguito il suo istinto, ma evidentemente aveva paura di essere di essere punita ancora più severamente.
Diedi un occhio a Francesca e vidi che lo slippino bianco ormai era fradicio dei suoi umori causati dal vedere questa aspirante schiava un po’ goffa che prima mi puliva le scarpe e poi veniva frustata.
A questo punto misi a Marika delle mollette da bucato di quelle di legno prima sui capezzoli e poi sul seno, si vedeva chiaramente che era la prima volta che subiva un trattamento del genere, infatti l’espressione del suo viso mostrava tutto il dolore e la sofferenza che questo trattamento le provocava.
Decisi a quel punto che come prima volta per Marika poteva essere sufficiente e la lasciai andare dopo averle ovviamente imposto un abbigliamento consono alla sua nuova condizione di schiava e slegai Francesca.
Pensai quindi di andarmi a fare una doccia per rinfrancarmi delle mie fatiche, solo che quando tornai vidi Francesca che in palese violazione della castità forzatasi stava masturbando e colta nel fatto mi disse:” mi scusi padrone, ma la scena con quella novizia mi ha eccitato tantissimo e non sono riuscita a resistere”. Conoscendo però la mia metá e il suo livello di masochismo sospettai che l’avesse fatto apposta, infatti lei arriva anche a godere solo essendo frustata sia sul sederino, che sulla passerina, optai quindi per una punizione più sofisticata, le ordinai di masturbarsi con la spugna di ferro che si usa per pulire le pentole, il bruciore che le provocava anche solo andando a fare pipì era devastante e si sarebbe ricordata per parecchio tempo di questo affronto .

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