Quanto pesa lavorare

Quanto pesa lavorare
Quanto pesa lavorare

Ho cominciato presto a lavorare, da apprendista fui assunto a bottega dal signor Marino, un falegname che aveva superato i sessanta anni e forse i cento kg.
Era il più bravo ma tutti sapevano che i suoi apprendisti duravano poco, accettai la sfida. Un sabato capii il perché.
Di sabato il signor Marino si faceva la doccia e nell’asciugarsi faceva il resoconto della settimana.
“Se hai voglia di lavorare e imparare questo lavoro fa per te!” Mi ripeteva questo, il primo sabato, nudo, si avvicinò a pochi centimetri da me, il suo pisello rilassato contornato da peluria bianca era a meno di 20 centimetri dal mio viso, ne percepivo l’odore.
“Capito?” Mi disse sorridendo. “Ne hai fatte di vaccate questa settimana, se vuoi puoi riparare!”. Avevo capito.
In breve, mi ritrovai a dover spompinare il mio titolare tutti i sabati, subito dopo la doccia, il mio stipendio era cresciuto e ovviamente anche le sue attenzioni su di me. Un giorno mentre avevo il suo pisello in bocca mi dette una botta in testa.
“Dai, oggi cambiamo, fai presto a spogliarti prima che mi si ammoscia, mettiti a quattro zampe!”
Non seppe mai che fu il primo ad avermi, il mio primo rapporto anale, fu brusco, veloce, senza trasporto, poco prima di venire lo sentii tossire, estrarre il suo pisello e poi una piccola doccia calda sulla mia schiena.
“Hai un buco del culo stretto, mi piaci!” Mi disse.
In quel periodo ero fidanzato con Maria che ovviamente non sapeva nulla, i nostri rapporti sessuali erano diminuiti dato che sabato sera ero distrutto dal lavoro e dalle attenzioni di Marino di cui mi sentivo sua proprietà.
Un giorno Marino mi chiese se poteva divertirsi anche con la Maria. Incredulo lo guardai, entrambi eravamo nudi sulla branda del suo ufficio subito dopo aver fatto l’amore.
“Non ho figli, lascerei tutto a voi due, diciamo che vi adotto! Di vaccate ne fai tante ma mi piaci, la Maria è un fiorellino, mi piacerebbe assaggiarla!”
Maria era giovanissima e non vedeva l’ora di sposarmi, Marino ci avrebbe dato i soldi per il matrimonio e un appartamento sopra la bottega. Le spiegai tutto.
“Dai, sarà una cosa rapida, sarò sempre con te, è una occasione che non possiamo perdere!” Andammo tutti e tre a cena e bevemmo due bottiglie e mezzo di prosecco. Maria era cosi ubriaca che dovetti spogliarla io. Marino non perse tempo, il suo pisello nel vedere il corpo solido di una diciottenne andò subito in erezione e le andò sopra cominciando a scoparla stantuffandola con vigore. Maria ansimava all’unisono con il suo anziano partner che prese a baciarla con la lingua alla quale lei non si ritrasse.
Il suo urlo precedette l’orgasmo che terminò ansimando tra i latrati della giovane Maria che mi teneva la mano. Quando Marino si ritrasse Maria era piena del suo seme, l’uomo pingue andò in bagno a lavarsi, “Adesso tocca a te!” Disse liberandosi di una potente scorreggia. Era chiaro che aveva preso il viagra perché il suo pisello era ancora eretto, di pietra. Mi penetrò come d’abitudine e con la mano destra prese a menarmi il mio pisello che dopo pochi colpi eiaculò copioso. Avrei voluto essergli riconoscente ma non ebbi il modo di baciarlo, nel frattempo era tornata Maria dal bagno che si era vista tutta la scena, divertita e rilassata da una canna che si era accesa (gentile omaggio di Marino). Lui estrasse il suo membro dal mio sfintere, “Dai, ricominciamo!” Disse. A Maria facendole l’occhiolino. Lei si sdraiò sul letto togliendosi gli slip ma continuando a fumare la canna. I due ripresero a scopare nella posizione più classica, era forte, duro e il fatto di aver da poco eiaculato gli permise di far venire Maria almeno tre volte, ad un certo punto, la poverina esausta, lo implorò di venire, cosa che fece subito dopo invadendola ancora una volta del suo anziano seme.
Tornando a casa Maria mi confido di non aver mai fatto l’amore per cosi tanto tempo e che le faceva male sedersi. Due mesi dopo, mentre mangiavamo la pizza a Maria venne da vomitare, una visita dal ginecologo rivelò che era incinta, evidentemente di Marino visto che da allora non avevamo avuto più rapporti.
Sono passati sei anni da allora. Io ho sposato Maria che di fatto ha fatto da moglie e serva a Marino fino alla sua morte, per infarto, pochi mesi fa. Nostro figlio inizierà la scuola fra pochi giorni e noi siamo i felici proprietari di una falegnameria avviata. Io mi sollazzo con un giovane stagista diciottenne e Maria il giovedì riceve a casa un nostro importante fornitore.

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